Mostra Evento
10 Aprile 2016 - 1 Maggio 2016
Ulrico Guerrieri è mercante, gallerista, collezionista di buona fama, attentissimo alla qualità degli artisti e alla cura delle esposizioni. Grazie alla sua passione, correttezza, professionalità ed esperienza, si è fatto conoscere ed apprezzare come uno dei maggiori intenditori dell'arte italiana contemporanea.
Ha sostenuto con coraggio e lungimiranza, fin dal loro inizio, i movimenti italiani più significativi della seconda metà del secolo scorso. Molte sono le personalità di rilievo passate nella sua galleria lucchese di via Guinigi, tenuta per oltre quindici anni: Marco Schifani, Carlo Mattioli, Renzo Vespignani, Giuseppe Banchieri, Giuseppe Giannini, Piero Guccione, Floriano Bodini, Carmelo Zotti, Mino Maccari, Franco Sarnari, Fabrizio Plessi, Ruggero Savino ed altri. Questa mostra è quindi una rara occasione per poter conoscere il meglio dell'arte figurativa italiana espressa nei due più importanti movimenti che caratterizzano il secondo cinquantennio del '900: il Realismo esistenziale de il suo sviluppo, la Nuova Figurazione.
Grazie ad Ulrico Guerrieri ed alla sua colta e sapiente attività, abbiamo a Lucca una collezione, un patrimonio, di arte italiana di ottimo livello, un saggio della quale la Fondazione Banca del Monte di Lucca è lieta di offrire alla cittadinanza ed agli appassionati visitatori.
Lucca, aprile 2016
Avv. Alfredo Del Carlo
Presidente Fondazione Banca del Monte di Lucca
di Mario Rocchi
Molti anni fa stavo vedendo un servizio su Mario Schifano in tv, molto interessante. A un certo punto l'artista si congeda dal giornalista dicendo "Credo che le abbia detto tanto sulla mia pittura e tanto le ho fatto vedere, giusto quanto può servire per un servizio giornalistico. Ora mi scusa, ma ho di là un importante gallerista di Lucca che mi attende già da tempo e mi dispiace farlo aspettare ancora. Arrivederci!".
Il gallerista citato da Schifano per fissare una mostra o per comprare le sue opere era Ulrico Guerrieri che può definirsi il più importante gallerista di arte moderna che abbia avuto Lucca. La sua Galleria, in via Guinigi, è stata per quasi quindici anni meta di importanti artisti che Ulrico ha fatto conoscere ai lucchesi e non solo. Girava l'Italia a prendere contatto con pittori e scultori che amava scoprire nell'intimità dei loro studi che aveva imparato a frequentare.
Oggi la collezione di Ulrico consta di centinaia di quadri anche di grandi artisti di livello internazionale, ma soprattutto di artisti che operano ad iniziare dagli anni Cinquanta e Sessanta a Milano e costruirono il fulcro del cosiddetto Realismo Esistenziale che sfociò successivamente nella Nuova Figurazione. E non si dimenticò dei migliori artisti lucchesi. La mostra che la Fondazione Banca del Monte ci offre è specificatamente orientata in questo senso e assume perciò l'importanza di una mostra a tema esplicitata da opere di grande impegno di artisti come Banchieri, Guerreschi, Ferroni, Vaglieri, Romagnoni, Giannini, Martinelli, Cazzaniga, con una coda di venti opere di altri importanti pittori che vogliono cogliere la sostanza di una galleria attenta alla grande arte moderna, quelle, fra le altre, di Schifano, De Filippo, Savionio, Licata, Saetti, Maccari, Zotti, Lilloni, Brindisi, eccetera.
Comunque il centro di interesse dell'esposizione è quello che si riferisce al Realismo Esistenziale, nato nella Milano operosa, tesa alla produttività e al rilancio economico che favorì la ricerca e l'anelito intellettuale. In questo clima sociale e culturale nascono infatti i valori del realismo esistenziale e nascono da intense dissertazioni sul cinema, letteratura, musica, non solo attorno a Brera ma anche per i rapporti intensi e vivaci con gli ambienti artistici parigini. Questo periodo è storicizzato da testimonianze e documenti che ci fanno conoscere un decennio di profonda intensità artistica, decennio di evoluzione, per l'appunto del Realismo Esistenziale. Quello che Ulrico Guerrieri ci propone in questa esposizione prevalentemente impostata sul periodo artistico che ha sempre affascinato il più valido gallerista lucchese.
Periodo avvolto in anni di fervore, di dibattito spontaneo, di incontri ai Caffè di Milano, città che iniziava un cammino di modernità con anni di critica approfondimento, di tensione e di speranza. Le posizioni del gruppo erano dovute soprattutto al fatto di aver vissuto gli anni dell'infanzia dentro la guerra senza avervi participato in maniera attiva con un'opposizione cosciente, ma piuttosto in una condizione di sgomento, di disagio a cui aveva fatto seguito la dissipata disperazione del dopoguerra che generava in esso segni di insofferenza, di inquietudine, di protesta. Ne sono testimonianza le immagini avare di colore, quasi in bianco e nero, cariche di dolore e stupore: periferie, fabbriche, uomini immobili, interni con sudici letti disfatti, figure spettrali dietro reticolati di progionia. Insommo la simbologia della nostra esistenza umiliata e offesa.
Queste le immagini che dominarono il primo periodo del gruppo. Poi vi furono altri sviluppi anche se i caratteri di fondo di ciascuno non mutarono di molto. Non mutarono la fredda lucidità intellettuale di Guerreschi, il gusto oggettivo del racconto di Romagnoni, l'intima veemenza emotiva di Vaglieri, la sottile e fragrante sensibilità di Banchieri, il segno deciso di Cerretti, la suggestiva liricità di Ferroni, l'accento con tocco metafisico di Luporini. Strada facendo furono molte le infulenze che il gruppo accolse per primo ma il suo carattere di fondo non si snaturò. I componenti volevano esprimere la presenza attiva non come militanti di un'ideologia ma con il portare aventi la qualità di uomini che non possono isolarsi in una vita autonoma. Anche se ci furono scelte e decisioni diverse, i presupposti iniziali non furono mai traditi. I realisti esistenziali dettero vita a un brano della vicenda contemporanea più recente dell'arte italiana risultando testimoni di un'epoca culturale di notevole importanza.
Poi i pittori si rapportarono con la'attualità. La possibilità di un nuovo modo di rappresentare il vissuto che superasse il realismo si espresse in modo chimico, con impegno etico, civile ed estetico. Gli artisti italiani rappresentarono l'uomo metropolitano con gli accenti dell'intimismo e della desolazione, con suggestioni visionarie o con attenzione ai miti della società di massa, rappresentati con un sistema di visione che si presentava vicino a quello dello schermo. Le opere della Nuova Figurazione presenti in questa mostra testimoniano i molteplici modi di reinterpretare il realismo e di scoprire l'oggetto in reazione o instaurando un dialogo con la pittura informale. Nuova Figurazione dunque come recupero di un elemento di cui è fondante il realismo esistenziale, in cui il dato figurativo come strumento di protesta sociale e culturale è primario. Così nasce la Nuova Figurazione, non dimentica della lezione informale, ma sensibile alla suggestione dei mas media visivi (fotografia, cinema, televisione, fumetto), e spesso realizzata con il loro sussidio. La Nuova Figurazione perciò non è una scelta operativa programmatica, ma uno dei mezzi che ha l'artista per parlare, scelto non per le sue caratteristiche formali ma per la sua funzionalità comunicativa.
Insomma molto ci sarebbe da dire su queste due correnti artistiche che Ulrico Guerrieri ci presente in prevalenza in questa mostra che è un po' una sorta di "illustrazione" di un'attività che fece assurgere la galleria, negli anni '70 - '80, ai vertici delle sale espositive di Lucca e oltre. Una mostra che è non solo un ricordo, ma un'esposizione esplicativa per rendere ancora presenti quelle correnti pittoriche e le opere eccezionali in cui hanno preso corpo, mostra che certamente accoglierà visitatori da tutta la Toscana. C'è voluta la passione e la costanza del Guerrieri per giungere a questo punto che è un traguardo importante di cui si può vantare, non solo come gallerista ma soprattutto come uomo e collezionista appassionato di arte.
Grazie Ulrico!